domenica 26 maggio 2013

Naturalmente belle


Semplici ricette naturali per contrastare l’ invecchiamento della pelle e mantenerla giovane e fresca



Fate bollire 50 g di fiori e foglie di rosmarino in un litro d’acqua bollente per dieci minuti: ogni sera applicate sul viso e sul collo compresse imbevute in questa lozione.

 Sapere che qualcuno è passato di qui, si è fermato,
 ha letto, sfogliato, gradito o, anche no,
mi fa sempre molto piacere.
Non vi chiedo un commento; non sempre si trovano parole, capita anche a me,
potreste lasciarmi un piccolo segno,
un sorriso, una pernacchia,
oppure, semplicemente, una piccola x nei riquadri delle reazioni.
Reazioni, termine per nulla "soffice", ma non l'ho scelto io

giovedì 23 maggio 2013

Belle con i fiori, come i fiori




Semplici ricette naturali per contrastare l’ invecchiamento della pelle e mantenerla giovane e fresca.




Preparate un infuso con 60 g di fiori di papavero secchi in un litro d’acqua per dieci minuti. Lasciate raffreddare, quindi filtrate. Applicate delle compresse imbevute nella lozione sul viso e sul collo perfettamente puliti tutte le sere.
 Sapere che qualcuno è passato di qui, si è fermato,
 ha letto, sfogliato, gradito o, anche no,
mi fa sempre molto piacere.
Non vi chiedo un commento; non sempre si trovano parole, capita anche a me,
potreste lasciarmi un piccolo segno,
un sorriso, una pernacchia,
oppure, semplicemente, una piccola x nei riquadri delle reazioni.
Reazioni, termine per nulla "soffice", ma non l'ho scelto io

domenica 14 aprile 2013

Un cuore nuovo per papà

 

E' notte accendo il computer per controllare la posta. Il messaggio che leggo è una morsa allo stomaco.
“ … uno dei bambini è in lista d'attesa per il trapianto al cuore . . . scriveresti un racconto? . . . un abbraccio Celo”
Rileggo il messaggio, la sensazione non cambia, è pura tristezza.
“ Non posso, non posso inventare . . . non so scrivere un dolore che non conosco . . . " questa è stata la mia risposta.
Spengo il computer. Ma il pensiero è rimasto su quelle poche righe.
Non ci riesco, torno indietro e scrivo. Scrivo di getto, parole che escono da sole e lo invio. Così senza neppure rileggerlo.
Celo mi risponde . . . “ . . . ho letto il racconto in classe . . . ti prego continua . . .”
E' così che nasce questo racconto. Un piccolo racconto diventato grande grazie a ventiquattro bambini e alla loro maestra di italiano. Il disegno , che ho usato per la copertina , è uno dei loro , tanti , disegni su questo racconto.
 
Un cuore nuovo per papà
Questa è una storia piccola, piccola, scritta di notte per un bimbo lontano.
Una storia forse un po’ triste, forse un po’ no.
Il nostro protagonista non avrà un nome, perché ne dovrebbe avere tanti. Io lo chiamerò orsetto, voi gli darete il nome che vorrete.
Un piccolo orsetto, un giorno, ascoltando i grandi parlare, scoprì che il suo papà doveva subire un’operazione, un’operazione al cuore.
Ma come al cuore?”, si chiese l’orsetto.
L’orsetto si rattristò moltissimo. Ma come potevano cambiare il cuore al suo papà? Questo non era proprio possibile!!! E lui? Come avrebbe fatto con un papà col cuore nuovo? A chi voleva bene quel cuore nuovo? Ci sarebbe stato un posticino anche per lui? Oppure quel nuovo cuore era già pieno, pieno di mille altri affetti? L’orsetto passava le notti a piangere, a porsi mille e più domande.
Una notte si alzò piano, piano e si avvicinò al papà che dormiva. Gli si accostò all’orecchio e iniziò a sussurrare: “ Cuore del mio papà come faccio a restarti dentro? Dove andrà l’amore per me quando tu non ci sarai più?”
L’orsetto parlava e piccole lacrime gli scendevano bagnandogli il musetto.
Restò lì a parlare nell’orecchio del papà ancora un po’. Poi piano, piano si alzò e ritornò nel suo lettino.
L’orsetto, al buio, non si accorse che altri occhi versavano calde e sofferenti lacrime, erano quelli del suo papà.
L’orsetto era così triste, stanco, stremato dalle lacrime che si addormentò profondamente. Quella notte fece un sogno meraviglioso. Sognò il cuore del suo papà che gli parlava.
Carissimo il mio orsetto bello, perché sei così disperato? Perché piangi così tanto? Come puoi pensare che il tuo papà potrà mai dimenticarsi di te? Pensi veramente che potrà mai cancellare il tuo nome, il tuo musetto? No, non potrà mai farlo. I tuoi occhi, la tua voce, il tuo sorriso, il tuo nome e anche le tue marachelle sono ben incise nella sua mente. Chi mai potrebbe cancellarle? Pensi che io possa farlo? No, piccolo orsetto. Io sono solo un organo, una pompa che pompa il sangue e lo invia a tutto il corpo. Hai presente il pozzo in giardino? Il pozzo a cui il nonno collega la gomma per annaffiare i fiori? Ecco così, io sono il pozzo che manda il sangue che annaffia il corpo. Dormi sereno orsetto, il cuore, quello vero è nella mente.”
Mentre l’orsetto dormiva e sognava, accanto a lui sedeva il suo papà. Il papà gli accarezzava la testa, gli spostava il ciuffo ribelle dagli occhi, gli sfiorava le guance.
Che cosa poteva fare, dire per rasserenare il suo amore? Lo prese in braccio e iniziò a cullarlo. Mentre lo dondolava le lacrime sparirono e un gran sorriso lo illuminò. Che cosa doveva fare? Niente, non doveva fare niente. Semplicemente doveva essere forte. Forte per lui e per il suo orsetto. Doveva sorridere, sorridere ed essere sereno. Abbracciò forte il suo orsetto dicendogli: “ Papà sarà sempre qui” e gli baciò la fronte.
I giorni passarono, un po’ lenti ed a volte troppo in fretta, ma al papà non mancava mai un sorriso per il suo orsetto e all’orsetto non mancava mai un sorriso per il suo papà.
Quei sorrisi avevano un potere magico, regalavano serenità ai loro pensieri, davano forza alle loro menti, erano più grandi di un abbraccio forte, forte.
Così arrivò il giorno tanto atteso. Tutti insieme accompagnarono il papà all’ospedale. Ognuno di loro aveva un dono. Chi portava un sorriso, chi una risata, qualcuno anche una lacrima, qualcun' altro solo un silenzio. Ma erano tutti doni grandi.
Anche l’orsetto aveva un regalo per il suo papà. Si arrampicò su di lui come se fosse stato un albero e dandogli un abbraccio stritoloso gli disse: “ Papà questo è per te. Questo è il regalo che il tuo cuore ha fatto a me ed io lo voglio dividere con te.”
Il papà prese il dono e lo aprì. Era il disegno più bello che avesse mai visto. L’orsetto aveva disegnato un grosso cervello dai mille colori e dentro vi era un piccolo cuore rosso.
Gli occhi del papà sembravano due grandi, limpidi laghi, guardò il suo orsetto ma non riuscì a parlare. Poteva solo abbracciarlo un po’ più forte.
Quel disegnò accompagnò il papà in sala operatoria e quando il papà si risvegliò, lo vide. Era lì appeso proprio di fronte a lui. C’era un tratto, un segno in più, cos’era? Il papà guardò meglio, era un sorriso. Qualcuno nella sala operatoria aveva aggiunto un sorriso.
Tutto passò come doveva passare e quando il papà tornò a casa era il papà più felice del mondo.
Poteva tornare a giocare col suo orsetto, poteva andare di nuovo a pescare.
Aveva anche tante cose da raccontare, mille sorrisi da regalare ed altri mille da ricevere. Ma, soprattutto, aveva il suo meraviglioso disegno, un disegno pieno d’amore.
Maria Maddalena Corrado ©